1951 RESOCONTO DA PARIGI

Julij Boríssovič Margólin

Nell’immediato dopoguerra, Norimberga processava gli ideologi della “superominità”, i pianificatori del Reich Millenario, gli artefici della razza pura che avrebbe dominato il mondo, insomma i “boia dell’umanità”. I popoli europei tiravano un sospiro di sollievo dopo l’immane incubo per un buco nero nella propria storia. Ebbene, in quel preciso clima, il 27 dicembre 1946, con l’articolo-appello Il caso Berger, un uomo dava corpo all’invocazione d’aiuto di milioni di esseri umani, ancora prigionieri in campi di concentramento di uno dei Paesi vincitori, l’Unione Sovietica. Con decenni d’anticipo rispetto a Solženítsyn e a Šàlamov, Julij Boríssovič Margólin rivelava l’esistenza dei Gulag, sia per mezzo della sua penna sia con la personale testimonianza: New York, alle Nazioni Unite nel 1950; Parigi, al processo David Rousset-Lettres Françaises, nel 1950-51; Bombay, al Congresso Mondiale degli Operatori Culturali nel 1951. Ma in casa, in Israele, non lo ascoltavano i “suoi”, e nel resto del mondo, salvo rarissime eccezioni, l’Autore resta ancora oggi un illustre sconosciuto!
Scopo di questa antologia è di offrire al lettore italiano un’informazione preliminare, una sorta di preludio, un’introduzione sui generis alla figura di raro livello morale e culturale dell’Autore e alla straordinaria, monumentale testimonianza contenuta nelle seicento e piú pagine del manoscritto Viaggio nel Paese degli erre-cí, in corso di traduzione nella nostra collana MEMENTO.

Arnesano (Lecce) 2013, collana Memento, pp. 216, 35 foto b/n e documenti d’archivio